Fra tutti i regolamenti di combattimento del mondo, il più difficile è senza dubbio lo shobu ippon.

E’ uno tra i primi regolamenti di karate sportivo, nato dopo il bogu kumite di Okinawa.

 

Lo shobu ippon è il combattimento a un punto. Ma Ippon sta ad indicare anche la congiunzione dell’energia dello spazio e del tempo.

 

Ippon vuol dire anche << un colpo, una vita >>.

Lo shobu ippon non è altro che la ricerca del combattimento perfetto.

 

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Ogni tecnica può essere l’ultima.

L’attacco, anche quando il regolamento adottato è di tipo moderno, e gli atleti si muovono come nel comune karate sportivo, va attentamente ponderato.

Un colpo d’incontro potrebbe chiudere il combattimento in qualunque istante.

 

Sali in piedi sulla sedia, perchè sto per rivelarti i segreti dello shobu ippon.

 

#1 I vecchi Maestri che per primi hanno allenato questa forma di combattimento tradizionale avevano già capito tutto ( o quasi ), delle corrette dinamiche del combattimento.

 

#2 La maggiorparte degli atleti di shobu ippon non conosce queste dinamiche. Nel corso degli anni, lo studio dell’INTENZIONE, è stato sostituito con lo studio del TEMPO.

Lavorare controtempo, è una peculiarità del combattimento a tre punti, e neanche sempre.

 

#3 Durante il combattimento devi osservare costantemente l’avversario. Tutte le tue energie, e la tua concentrazione, devono essere rivolte esclusivamente a lui.

Solo così potrai praticare l’antica via dei SEN.

 

LA VIA DEI SEN!

 

SEN NO SEN

 

E’ il colpo d’incontro.

Dovete avere un coraggio da leoni.

Normalmente, il nostro istinto ci porta a schivare o a proteggerci da un attacco: il colpo d’incontro fa il contrario di quello che un qualunque uomo sano di mente farebbe nella vita.

Quando qualcuno ti attacca, vagli addosso.

Ma non per modo di dire… sfondalo.

La tecnica più rappresentativa del sen no sen è il giakutsuki.

Attento!

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Il 6 maggio del 2015 in Austria due treni si sono scontrati frontalmente.

Quando combattono, molti atleti hanno la sensazione (e non sempre a torto ) di poter fare la fine dei due treni.

Questo potrebbe farti perdere qualche decimo di secondo prezioso… oppure potrebbe rallentare la tua tecnica.

Le conseguenze sarebbero disastrose.

Ricordati, che nel giakutsuki, devi spostare il busto e la testa lateralmente mentre effettui il pugno: solo così potrai evitare un pericoloso attacco al viso.

 

GO NO SEN

 

E’ la tecnica di rimessa.

Schiva e contrattacca immediatamente.

E’ naturale, e sfrutta i nostri istinti primordiali.

Stai attento alla distanza che corre fra te e l’avversario. Se l’attacco non è particolarmente spinto non occorre che scivoli indietro. Basta un piccolo movimento del busto.

Ti ritroverai subito con la distanza corretta per contrattaccare.

 

Ogni decimo di secondo è prezioso.

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Ogni zero che vedi qui sopra è vitale.

 

SEN SEN NO SEN

 

E’ l’anticipo sull’intenzione. E’ la tecnica da ippon. L’avversario resterà immobile al tuo attacco.

 

Per spiegarti come funziona questa tecnica, devo parlarti del “paradigma del periodo refrattario psicologico”.

 

Si tratta di un limite cognitivo umano, che impone di trattare una sola operazione centrale alla volta.

 

Non sto parlando di esperienze mistiche.

Ma di scienza.

 

Lo shobu ippon è un combattimento sportivo tradizionale, non un fantasy game.

In sostanza, il paradigma del periodo refrattario, ci insegna che i nostri tempi di reazione aumentano di circa 0,3 decimi di secondo, se in quel momento sto effettuando un altro compito.

Ad esempio, se sono in macchina, e sto cambiando i canali della radio, impiegherò 0.3 decimi di secondo in più a frenare ( che equivalgono a circa 6 – 7 metri di arresto in più. La differenza fra la vita e la morte).

Se sto combattendo, e penso alla tecnica che dovrò tirare tra pochi istanti, i miei tempi di reazione saranno più lunghi di 3 decimi di secondo nel caso in cui il mio avversario sferri un attacco in quel preciso istante.

Attenzione, con l’allenamento, potete migliorare quel collo di bottiglia. Esistono training specifici che ci permettono di azzerarlo – e ne parleremo più avanti – nonostante tutto, dopo 2 o addirittura 4 minuti (in caso di pareggio) di combattimento, quel collo di bottiglia si ripresenterà.

Ed è esattamente quello che è successo a me alla finale di shobu ippon del mondiale per club di Roma 2012, contro il bravissimo Angelo Rocchi.

Dopo 4 minuti di combattimento… ho letto l’intenzione nei suoi occhi. Con le ultime energie rimaste sferro un pugno diretto al viso, senza esitazioni, senza rimpianti. Angelo riesce ad accennare una schivata, ma era tardi.

Finita la gara mi dice – Cercavo il momento giusto per colpirti, ma non ci riuscivo mai… devi avere un ottimo tempo -.

In realtà sono sempre stato stonato, nella musica cantavo quando gli altri stavano zitti, e nel kumite tutte le volte che ho provato a muovermi a tempo era sempre stato un disastro.

In realtà, avevo letto le sue intenzioni per tutta la durata del match.

Gli risposi – Eh si! Mi sono divertito molto ! -.

Qualche piccolo segreto non fa male tenerselo per se.

 

 

 

Anche se oggi, per te, è Natale.

Categorie: KUMITE

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