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Da millenni l’uomo ha scoperto il potere della mediazione.

Noi occidentali siamo abituati a prendere la cosa alla leggera, e quando qualcuno parla di meditazione, il più delle volte si vede ricevere un sorriso ammiccante, che nasconde un pensiero del genere “poveraccio! Eccone un’altro.”

In realtà, il karate ha camminato assieme la meditazione fin dal primo giorno della propria esistenza.

Perché ???

Quali sono i reali benefici della meditazione nelle arti marziali??? Perché dobbiamo raggomitolarci per 20 minuti 2 volte al giorno??? E questi benefici di cui parlo, sono benefici mistici, arrivati a noi dalla tradizione oppure hanno un riscontro scientifico e reale?

Tenetevi forte, perché sto per rivelarvi i 3 motivi per i quali dobbiamo MEDITARE:

1 Dimezzare il dolore

Secondo uno studio pubblicato dal «Journal of Neuroscience» e condotto negli Stati Uniti, nel North Carolina presso il Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem il fatto di svolgere semplici esercizi di Meditazione produce un effetto analgesico.

Secondo questo studio la meditazione produce un effetto sedante sulla corteccia somatosensoriale mentre attiva l’insula anteriore e la corteccia fronto-orbitale. Questa duplice azione sulle aree che governano la percezione del dolore ha un potere antidolorifico autogenerato dal cervello.

2 Migliorare le funzioni del nostro corpo

 

 

Il dottor Gary Kaplan, professore di neurologia clinica presso la New York University School of Medicine, insignito del premio Albert H. Douglas dall’Ordine dei Medici dello Stato di New York, sostiene che: “La meditazione è una tecnica olistica ché, migliorando in generale le funzioni cerebrali, migliora anche il modo in cui il nostro cervello governa il resto della fisiologia. Anche se mi piace dire questo perché sono un neurologo, rimane comunque un fatto vero in sé e per sé. Il cervello governa meglio tutta la fisiologia, e la fisiologia comincia a sua volta a funzionare meglio.”

Una fisiologia che funziona meglio, in un atleta, potrebbe significare una minore probabilità di contrarre infezioni, una miglior gestione della supercompensazione, e dei tempi di reazione più efficienti.

3 Ottimizzare la risposta all’ansia pre gara

Per me e per te il karate non è solo uno sport, un passatempo, ma è un modo per venire a contatto il il vero sé.

Per me e per te il karate è la cosa più importante della nostra vita, e quando ci si trova a dover affrontare una prestazione così importante, non è sempre facile ottenere il giusto livello di attivazione fisica e mentale.

La meditazione ci aiuta a trovare l’equilibrio, il focus necessario per una competizione… così importante… e invece no. Ogni competizione non è importante di per sé. Una competizione ci può dare sensazioni piacevoli, o non piacevoli, ma siamo noi ad attribuire un valore alla gara, e questo è solo uno dei tanti pensieri che affolla la nostra mente. Noi saliamo sul tatami per combattere al meglio delle nostre possibilità, e vivere meglio la competizione, momento dopo momento.

Questo ci insegna la meditazione, riportandoci alla realtà istante dopo istante.

Non siete ancora soddisfatti??? Volete meditare ma non sapete come? Allora ecco per voi i 4 esercizi fondamentali della meditazione (che sono più che sufficienti per ottenere i benefici di cui ho parlato sopra).

Meditazione del respiro:

Siediti a gambe incrociate ponendo un cuscino sotto i glutei.

Tieni la schiena eretta.

Porta l’attenzione al respiro, scegliendo un’area privilegiata in cui si avverta distintamente il processo del respiro, senza influenzarlo volontariamente.

Nota i processi mentali che distraggono dall’attenzione dal respiro (pensieri, immagini, preoccupazioni, impulsi, etc.) senza seguirli.

Di a te stesso qualcosa come: “sto divagando”, “pensiero”, “immagine”, “ricordo” etc…

Riporta con gentilezza e fermezza l’attenzione al respiro.

Meditazione del corpo:

Assumi la tua solita posizione con la schiena eretta e inizia il tuo esercizio del respiro come al solito.

A un certo punto, espandi il campo dell’attenzione al corpo. Puoi allargare il campo dell’attenzione a piacimento e puoi includere tutto ciò che avviene nel tuo corpo. Incluso il respiro. Non più solo la pancia, ma tutto il corpo che respira.

Quando la mente divaga, nota dove sta la mente e riporta l’attenzione al corpo che respira.

Durante l’esercizio può accadere di percepire sensazioni intense o fastidiose in qualche parte del corpo. Se ciò accade puoi

1 modificare la tua postura,

2 oppure puoi scegliere di non fare niente ed osservare esattamente l’area del corpo dove noti quelle sensazioni. Senza combatterle, senza provare a sopprimerle, semplicemente osservandole con curiosità.

Per poi tornare al corpo nel suo insieme che respira.

Meditazione dei pensieri:

Assumi una posizione seduta con la schiena eretta e inizia la tua meditazione come al solito.

Prima il respiro, poi il corpo.

A un certo punto, quando vorrai, espandi il campo dell’attenzione fino ad includere anche i suoni.

Osserva i suoni per quello che sono, nota come la mente tenda ad assegnare ad essi dei significati.

Non seguire questa tendenza della mente, ascolta i suoni come se fossero una musica.

A un certo punto, espandi l’attenzione fino ad includere i pensieri.

Poni dunque al centro dell’attenzione i tuoi pensieri.

Osserva i tuoi pensieri nel loro manifestarsi, esattamente come sono, nel momento in cui sono. Non seguire i pensieri, non saltare da un pensiero all’altro. Nota ciascun pensiero.

Dovete divenire i guardiani della vostra mente, dovete essere come delle tigri che tendono un agguato ad una preda, pronte ad avventarsi su di essa.

Quando un pensiero si manifesta, può esservi utile chiedervi “da dove viene?”

Notate il vuoto dopo il pensiero, lo stesso vuoto che c’era prima del pensiero.

Dal vuoto provengono i pensieri. Torna nel vuoto e vigila l’arrivo di un nuovo pensiero.

Più intensa sarà la tua vigilanza, più velocemente ti accorgerai del nascere di ogni singolo pensiero, e potrai osservarlo scomparire senza attaccartici.

Non giudicare i pensieri che sorgono, non sei i tuoi pensieri, sei quello che li osserva.

Alcuni pensieri risuonano nel corpo. Puoi sentirli nel corpo. Se questo accade, porta l’attenzione nell’area del corpo dove risuona il pensiero e osserva la sensazione così com’è, nel momento in cui è.

Se un pensiero ti cattura, puoi tornare con l’attenzione al respiro. E riprendi a osservare i pensieri.

Meditazione senza oggetto

Inizia la meditazione come al solito.

Quando vorrai, libera l’attenzione.

Osserva semplicemente , di volta in volta, senza soffermarti su nulla in particolare.

Se nasce una sensazione, nota la sensazione, se nasce un suono, nota il suono, se nasce un pensiero, nota il pensiero, se nasce una emozione, nota l’emozione.

Bene, anche se questa è solo un’introduzione, avete già le conoscenze necessarie per trasformare il vostro cervello.

Mettete un cartello sulla porta con scritto : “ LAVORI IN CORSO!”.

E se non vi ho convinto… meditateci sopra.

Per saperne di più vi rimando alla bibliografia utilizzata per scrivere l’articolo.

Mindfulness

La meditazione della salute

Pietro Spagnulo

Mindfulness

Per una mente Amica

Attilio Piazza

Marco Micucci

Categorie: PSICOLOGIA

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