uomo nero mascherato

 

L’uomo nero non dorme mai.

Neanch’io.

 

L’uomo nero esiste.

Non fa distinzione di sesso, religione, posizione sociale.

All’uomo nero non importa se si trova in un campo di calcio, in una parrocchia, in una scuola, o in una palestra di karate.

Quest’uomo vive dove vivono loro: i bambini.

 

Nel corso della mia carriera sportiva e marziale, purtroppo, ho avuto a che fare con situazioni in cui i fatti non lasciavano intendere nulla di buono.

E’ mia opinione, che la legge Italiana non tuteli in maniera adeguata i minori, a meno che, non si colgano i criminali in fragranza di reato, ma chiariamo subito un punto, quando si parla di pedofilia, questo, NON AVVIENE quasi MAI.

 

Ora vi rivelerò i 4 segreti degli uomini neri e i 3 trucchi per sfuggire alla rete dei predatori.

 

1#

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L’uomo nero non ama farsi riconoscere.

 

Tutti noi pensiamo inconsciamente di avere una specie di sesto senso, un qualche tipo di radar in grado di giudicare le persone. Lo senti a pelle, ok, tutto ok. Questo è un brav’uomo.

Non funziona. Con questa gente non funziona.

Questi uomini trascorrono gran parte della loro vita a SEMBRARE uomini qualunque, anzi, di più: il parroco amico di tutti, il maestro comprensivo, l’allenatore integerrimo.

Questi uomini mentono, e lo fanno da anni, sin dal giorno in cui hanno iniziato la loro sporca perversione. Un Pedofilo di 50 anni, sposato, con figli e famiglia, mente costantemente, tutti i giorni da 30 anni. Se venisse collegato ad una macchina della verità potrebbe ingannare la lettura stessa dello strumento.

Mettetevelo bene in mente: CON LORO, IL MIO E IL TUO RADAR, NON FUNZIONA.

2#

predatore nero

 

L’uomo nero è un predatore.

I vostri figli sono le prede.

 

Durante un’intercettazione telefonica del l’ F.B.I. , che stava lavorando ad un indagine internazionale in Germania, un predatore disse ad un altro la seguente frase:

 

“ Mi sono rotto i coglioni di andare a caccia, adesso sposo questa stronza, la metto in cinta, così me ne tengo uno a casa”

 

Loro sono dei cacciatori, e si vedono come cacciatori.

 

Ogni giorno, in qualunque luogo, un predatore potrebbe attendere i vostri figli: a scuola, in parrocchia, nel campo da calcio, da basket, o nel dojo.

E voi non potete accorgervene.

“Si ma io….”

Se hai pensato questo, rileggi il punto 1#

 

3#

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L’uomo nero è paziente.

Non ha fretta. Se si accorge che qualcosa non va, si ritira… e aspetta.

 

4#

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L’uomo nero non dorme, mai.

 

Ma se sei un lettore di karate deshi do, neanche io, e neanche tu.

 

Come è possibile difendersi da un nemico invisibile, senza sentimenti, calmo e meticoloso?

 

Verrebbe da dire “non facendo più uscire il proprio figlio da casa!”

Così dovremmo impedire ai nostri figli una vita psicologicamente sana, per colpa di simili personaggi?

Effettivamente NO, ma con le dovute precauzioni.

Fate attenzione: vi rivelerò i tre trucchi per difendersi dai predatori:

1#

 

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Non fidatevi di nessuno.

 

Già l’abbiamo capito, CHIUNQUE, potrebbe essere l’uomo nero.

Quindi, nello sport, siate sempre il genitore invisibile che siede in fondo al campo (senza intervenire nell’allenamento! ), non lasciate i bambini di 4 anni nei palazzetti per poi sparire.

Le prede migliori, nella savana e nella giungla di città, sono quelle ISOLATE dal branco, e lontane dai propri genitori.

2#

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Parlate con i vostri figli.

 

Vi siete mai chiesti perché i bambini che subiscono violenze molto spesso non raccontano quanto successo ai propri genitori?

Molte volte ho sentito dire ai genitori “Si, ma se a mio figlio capitasse una cosa del genere me ne parlerebbe immediatamente!”.

Purtroppo, uno dei trucchi più utilizzati dai pedofili è la minaccia. I bambini che subiscono violenze vengono minacciati: “Se lo dici a qualcuno, ucciderò i tuoi genitori!” , “ucciderò la maestra!”.

Molto spesso, i bambini tacciono per difenderci.

Piccoli eroi.

Parlate con i vostri figli, a fategli capire che l’uomo nero non può farvi male. Il Maestro, il genitore, non hanno paura dell’uomo nero. E se lo incontrano, devono sapere che possono contare su di noi.

 

3#

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Privilegiate la “sicurezza”

Telecamere IP , la presenza costante di alcuni accompagnatori agli allenamenti, e sopratutto lapossibilità per i genitori di assistere alle lezioni (sempre senza disturbare o chiacchierare!).

Quante volte si trovano palestre di arti marziali che ti dicono “lo lasci pure qui”, oppure, “durante l’allenamento i genitori non possono entrare” ?

Se si rispettano i dovuti modi, la vostra presenza non disturba il lavoro o il gioco dei piccoli, anzi, i bambini vogliono fondamentalmente 2 cose dall’allenamento:

#a divertirsi

#b che quello che fanno conquisti l’attenzione dei loro genitori.

 

VOI, siete i loro PAPA’ e le loro MAMME.

 

Molte volte i bambini provano ad abbracciare i Maestri spontaneamente.

I più piccoli sono sempre molto affettuosi.

 

La frase che uso di solito è:

“Bambini, il maestro non è un giocattolo, e il maestro non è il Papà”.

 

Chi insegna, attraverso un comportamento decoroso, deve far capire ai bambini questa differenza, perché un giorno potrebbero incontrare qualcuno che li abbraccia, ma non perché gli vuole bene.

 

Attenzione, non sto dicendo che chi riceve l’abbraccio spontaneo di un bambino deve allungare le braccia tese ed urlare – VADE RETRO SATANAAAAAAA -, ma penso che una pacca sulla spalla sia sufficiente.

 

Mi è capitato di vedere insegnanti sdraiati sul tatami con bambini seduti sulle gambe in maniera scomposta, con i genitori sorridenti a 2 metri di distanza, mi è capitato di vedere bambini chiamati in disparte per ricevere indicazioni e accompagnati in una stanza appartata (vedendo questa scena mi alzai di scatto pronto a sfondare la porta con un mae gheri se l’avessi trovata chiusa, non feci in tempo a raggiungerli che i due uscirono – rimasero solo pochi secondi -. Questa fu una delle cause di rottura con quel gruppo di allenamento, ed una delle scene più brutte mai viste in un dojo).

Questi potrebbero essere gesti fatti con innocenza, o potrebbero non esserlo. Sta ai Maestri, con il loro comportamento quotidiano nel campo, o nel tatami , insegnare ai piccoli la differenza fra il Maestro e il Papà, perché se ci poniamo allo stesso livello… è la fine.

 

Esistono delle statistiche che indicano nelle persone non sposate, maschi, che abitano da soli e abitualmente non frequentano adulti di entrambi i sessi, una percentuale più alta di pedofilia.

Ma non è detto.

Ricordate il punto 1#, e non fidatevi di nessuno.

 

Conclusioni:

 

Tutte queste precauzioni per una possibilità così remota?

 

In Italia è difficile reperire numeri ufficiali sulla pedofilia, gli ultimi risalgono al 2008, con 1300 persone detenute in carcere per pedofilia . Si stima un aumento dei crimini per pedofilia pari al 10% ogni anno con circa VENTIMILA CASI DI ABUSO e  oltre 1000 i processi svolti per maltrattamenti su minori.

 

La realtà è che c’è una guerra in corso ogni giorno, combattuta contro un esercito invisibile, ma noi siamo molti di più, e il loro destino, è nelle nostre mani.

 

Fine prima parte.

 

Nella seconda parte l’analisi di un caso di cronaca che avrebbe dovuto scuotere il mondo del karate, molto di più di quanto è successo.


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